FormeUniche: Five Questions for Gian Maria Marcaccini.

Interview by Marco Roberto Marelli.
Published by FormeUniche.
December 2016.
Original text (italian version only)
[…] Il suo lungo percorso di formazione lo ha portato a studiare arte contemporanea e visual design presso il DAMS, a frequentare l’Accademia di Bologna e quella di Brera, il Barnett College di Londra, la Fondazione Antonio Ratti per le arti contemporanee e l’Istituto Europeo di Design di Roma. Artista perfettamente inserito nella tempesta Post-mediale che ha colpito questi nostri anni, apre il suo fare installativo al tema dell’indistinguibilità fra opera fisica e virtuale senza rinunciare però a una ricerca pittorica che si pone quale mezzo in più per analizzare l’esserci dell’opera nel sistema dell’arte.


Da quanto tempo fai l’artista e quali differenze noti fra i tuoi esordi e oggi?
Faccio arte da una ventina d’anni con una lunga parentesi dedicata al design e alla strategia di comunicazione. Quand’ero studente scartavo l’estetica già affermata e seguivo quella del momento, perchè mi incuriosiva, era la novità eccitante e la volevo capire.
Oggi scelgo e agisco con più libertà e integrità, perseguendo la verità di ciò che sento e sono; conosco i linguaggi vecchi e nuovi e ci gioco, risignificandone i vocaboli e riformandoli secondo il mio sentire, senza preoccuparmi troppo di quello che piace né di una continuità stilistica; ho vari interessi e li esploro. La mia arte riflette questo, con onestà.
Non sono cose secondarie ma strumenti primari di realizzazione e conoscenza: la coerenza con me stesso e la comprensione attraverso l’esperienza.
Intorno a tale centro si dispone il resto, l’arte e le interazioni. Parlo ovviamente di un ideale a cui tendere. Poi avvengono compromessi più o meno consci ma che diventano spunto per conoscermi e trovare un agire più consono.

Under the things
Under The Things – installation: acrylic on the furniture of the studio, variable dimensions (circa 130 H x 75 W x 75 inches), 2016

Quali tematiche trattano i tuoi lavori e che progetti hai in programma?
Le tematiche sono l’autoritratto inteso come rappresentarsi e vedersi attraverso altro, e poi le relazioni: colori e forme in relazione nel campo pittorico, l’opera/manufatto in rapporto allo spazio, e l’operare artistico in relazione allo spirito del tempo.
Per il momento voglio continuare a esplorare la pittura in senso ampio, che per me è mettere in relazione e comporre secondo il mio senso ciò che ha forma (colori, superfici, oggetti o anche stili e concetti)

Come ti rapporti con la città in cui vivi?
Le città come Roma sono sature di rumore, intrattenimenti vuoti e distrazioni (da sé), ma offrono anche stimoli e opportunità per il lavoro artistico: nella quantità c’è anche la qualità. Io mi adeguo al frastuono ritagliandomi spazi personali di silenzio e valore. Le possibilità sono molte e scelgo quelle che mi interessano scartando ciò che non risuona col mio essere.

2 Roulottes
Untitled (Two Roulottes) – cibachrome on aluminium, 40,5 x 57,5 cm, 1996, Intesa-Sanpaolo’s collection

Cosa pensi del sistema dell’arte contemporanea?
È lo specchio della nostra società, in scala ristretta si vedono le stesse dinamiche globali, sia positive che negative. Non posso dare un giudizio unico, dipende dalle persone e queste hanno importanza per me.
In generale bisogna riconoscere quel che è momento per momento, e scegliere e agire come meglio risuona con sé: vedere una mostra perché ci interessa e non per presenziare, partecipare a un evento o attività perché ci piace l’energia che esprime, e così via.

Che domanda vorresti ti facessi?
Vorrei descrivere ciò che mi colpisce e piace di un artista.
Mi piace vedere sincerità, rispetto di sé e proattività.
L’artista è all’origine del manifestarsi artistico; è lo strumento attraverso cui l’arte raggiunge una forma. Egli ha un ruolo e un compito che deve rispettare assumendosene la prima responsabilità, senza aspettare l’ausilio di gallerie e istituzioni o basarsi sul giudizio o riconoscimento di altre figure del sistema dell’arte, perché queste hanno ruoli diversi rispetto alla creazione artistica. L’artista è sincero e si rispetta quando crea coerentemente con ciò che è e ciò che ritiene interessante e di qualità.

Storico e critico d’arte si laurea in Arti Visive nel 2012 a Bologna. Nato a Monza nel 1986 lavora come autore e curatore indipendente dopo aver collaborato con prestigiose realtà culturali in Italia e all’estero.

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